BRUCE LEE – Tra Wing Chun e Jeet Kune Do

Bruce Lee (Lee Siu Long) nacque nell’ora mattutina del drago, fra le 5.59 – 8.00 nell’anno del drago, il 27 novembre 1940, al Jackson Street Hospital nella Chinatown di San Francisco, Stati Uniti. Penultimo di 5 figli Phoebe, Agnes, Robert, Bruce appunto e Peter il minore. Suo padre, Li Hoi-Chuen (李海泉), era cinese, mentre sua madre Grace di origine euroasiatica (per metà tedesca), e cattolica. I genitori tornarono ad Hong Kong con il neonato Bruce Lee, quando aveva appena tre mesi.

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Inizialmente la madre chiamò il piccolo Li Yuen Kam (李炫金; Pinyin: Lǐ Xuànjīn). Questo nome sarà poi abbandonato, a causa di un contrasto con il nome di suo nonno, e sostituito con Jun Fan (振藩; Pinyin: Zhènfán), che significa letteralmente “ritorna ancora”. Alla nascita, gli fu inoltre aggiunto il nome inglese dalla dottoressa Mary Glover. I Li non avevano pensato ad un nome inglese per il bambino, quindi convennero con la dottoressa. Nonostante ciò, il nome “Bruce” non fu mai utilizzato all’interno della famiglia, fin quando Bruce non s’iscrisse al La Salle college. Inoltre a Bruce Lee fu donato anche un nome femminile, Sai Fung (細鳳, letteralmente “piccola fenice”), usato soprattutto nella sua infanzia.

Un ulteriore nome datogli fu Li Xiao Long (李小龍; Pinyin: Lǐ Xiǎolóng), letteralmente “piccolo drago”, in quanto nato appunto nell’ora e nell’anno cinese del drago. Questo nomignolo ne sottolineava il carattere esuberante, che durante l’infanzia trascorsa ad Hong Kong lo porta appunto a scontrarsi con la piccola criminalità giovanile. Fino a quando un giorno, ferito in una rissa, chiese esplicitamente ai genitori di poter imparare a difendersi per bene. La scelta cadde sulla prestigiosa scuola di Wing Chun il cui maestro era Ip Man, con cui studiò per molti anni. Da allora Bruce non abbandonò più lo studio delle arti marziali.

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Anche se l’introduzione di Bruce Lee nel campo delle arti marziali si crede sia dovuta alla trasmissione paterna, in realtà Lee non studiò mai il Tai Chi (appunto trasmesso di padre in figlio) seriamente. Era uno stile che non si confaceva assolutamente alle sue caratteristiche peculiari, prima fra le quali la sua incredibile velocità. Da lui imparò i concetti fondamentali di questa antica arte, che viene generalmente esercitata per mantenere una certa tonicità muscolare. Lee studiò assiduamente Kung Fu nello stile Wing Chun con sifu (Ip Man), collaboratore ed amico di Wu ta-Ch’i (maestro di Tai Chi). All’inizio, gli studi di Bruce con Ip Man furono affidati a William Cheung, studente di Man, per poi continuare fino ai diciotto anni nel 1959, anno in cui partì per gli Stati Uniti. Come molte scuole di arti marziali cinesi di quel tempo, nel corso di sifu Man si insegnava a studenti di rango elevato. Uno degli studenti di maggior livello fu Wong Shun-Leung. Si ritiene che Wong abbia avuto una grande influenza sull’allenamento di Lee. Bruce Lee in realtà era attratto da qualsiasi disciplina da combattimento, tanto che si allenò anche nel pugilato occidentale, vincendo nel 1958 il titolo interscolastico di boxe. Batté il tre volte campione Gary Elms con un K.O. al terzo round. Ma prima di arrivare in finale contro Elms, Lee, aveva battuto tre pugili al primo round. Imparò anche rudimenti di scherma occidentale dal fratello minore Peter Li, che all’epoca era campione di scherma. Questo approccio a 360° distinse via via sempre più Lee da ogni altro praticante di arti marziali, tanto che nel 1966, decise di dare un nome al suo ‘stile senza stile': Jeet Kune Do.

Lee divenne un’icona soprattutto per i cinesi, come ritratto dell’orgoglio nazionale e per alcuni tratti nazionalistici presenti nei suoi film. Alcuni videro Lee come un modello per acquisire un corpo forte ed efficiente ed un altissimo livello di benessere fisico, sviluppando allo stesso tempo destrezza nel combattimento corpo a corpo. Nonostante il contenuto violento dei suoi film, Bruce in realtà era una persona pacifica e fermamente contraria all’uso delle arti marziali come metodo di offesa e supremazia.

Il 10 maggio 1973 Bruce Lee ebbe un collasso negli studi Golden Harvest mentre procedevano con il doppiaggio de I tre dell’Operazione Drago. Colto da vomito, febbre altissima, nonché forti convulsioni che interessavano tutto il corpo, classici sintomi della disidratazione, venne immediatamente trasportato all’ospedale più vicino. Il dott. Wu in particolare (Neurochirurgo) riscontrò che era in corso un edema cerebrale, vale a dire la medesima patologia che tre mesi più tardi lo uccise nel sonno. In quel caso gli fu somministrato prontamente del Mannitolo, un medicinale atto a ridurre il gonfiore al cervello, e Bruce sopravvisse. Il giorno della morte, stranamente ma non tanto, poiché l’Equagesic conteneva oltre all’aspirina anche un rilassante muscolare, Bruce, che stava riposando, non accusò nessun sintomo ricollegabile al precedente collasso avuto a maggio. Doveva cenare in un ristorante con l’attore George Lazenby. Bruce Lee incontrò il produttore alle 14.00 a casa per discutere riguardo al film Game of death. Lavorarono fino alle 16.00 e poi andarono insieme a casa di Betty Ting Pei, attrice taiwanese. I tre controllarono la sceneggiatura e, visto che Lee disse di non sentirsi ancora bene, Chow se ne andò per primo all’appuntamento.

Per alleviare l’emicrania di cui Lee si era lamentato poco dopo l’arrivo (l’emicrania è uno dei sintomi che precedono un’edema) a casa Pei, Betty gli fece assumere una pastiglia di Equagesic, contenente sia aspirina che meprobamato. Alle 19.30 circa, Bruce si coricò in camera dicendo di non sentirsi ancora bene. Chow, non vedendo arrivare i due, telefonò a Betty, che per tutta risposta disse di non riuscire a svegliare Lee. Chow si precipitò così nell’appartamento, e dopo vani tentativi di svegliare Lee, disse a Betty di chiamare il proprio medico personale. Accorso, passò circa dieci minuti nel cercare di rianimarlo, ma inutilmente. Fu deciso così di trasportarlo immediatamente in ospedale con l’ambulanza, al Queen Elizabeth Hospital. Non c’erano ferite esterne visibili, e l’autopsia voluta da Linda stessa, fugò ogni dubbio sulla causa del decesso. Il cervello di Lee, che mediamente in un adulto pesa attorno ai 1400 grammi, ne pesava 1575 (un aumento del 13%). In pratica era gonfio come una spugna. Le uniche due sostanze rinvenute nelle analisi del sangue durante l’autopsia, furono i due componenti dell’Equagesic, nonché irrisorie quantità di cannabis nello stomaco e colon.

Il 15 ottobre 2005, Chow dichiarò che Lee morì per un’ipersensibilità al rilassante del muscolo, contenuto nell’Equagesic (il meprobamato). Il meprobamato è un ingrediente molto comune negli antidolorifici. Quando i dottori annunciarono ufficialmente la morte di Bruce Lee, fu dichiarato dal dott. Langford che era morto per una reazione allergica, ad uno o ad entrambi i componenti dell’Equagesic. Il verdetto finale fu di: “morte accidentale”.Un’altra teoria non ufficiale, dice che Bruce Lee morì per una reazione della combinazione Equagesic-cannabis, all’epoca consumata sotto forma di hashish[senza fonte]. Il dottor Wu suggerì, come conclusione del referto ufficiale sulla morte, che Lee dovesse essere ipersensibile a quel farmaco o all’hashish, e che il ruolo della cannabis non poteva interamente essere escluso. Ad appoggiare la sua teoria il fatto che, durante il primo collasso, nel corpo di Bruce non c’era traccia di Equagesic. Le cause della morte di Lee sono ancora oggi, fra gli appassionati e milioni di suoi fan in tutto il mondo, oggetto di discussione. Lo stato da icona e la morte inusuale di Lee in giovane età, condusse diverse persone a sviluppare le più disparate teorie sulla sua repentina morte, alcune delle quali sono state citate in un numero speciale (almanacco) di Martin Mystère uscito nel 1993, dedicato all’Estremo Oriente.

Dopo la morte di Bruce, Linda tornò nella sua città natale a Seattle, ove seppellì suo marito nel lotto 276 del Lake View Cemetery. Suo figlio Brandon Lee, oggi gli è sepolto a fianco. Tra i portatori della bara al secondo funerale (dopo quello di Hong Kong), tenutosi in forma strettamente privata a Seattle, c’erano: Steve McQueen, James Coburn, Chuck Norris, Dan Inosanto, Taky Kimura, Peter Chin e il fratello minore, Robert Lee.

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Nell’occasione di quello che sarebbe stato il suo 65º compleanno (novembre 2005), una statua commemorativa è stata posata sull’Avenue of the Stars a Kowloon, in sua memoria. Nonché memoria di colui che è stato votato “Star of the Century” dagli addetti ai lavori del mondo del cinema di Hong Kong.

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Nel 1993 è stato anche onorato con una stella sulla Hollywood Walk of Fame a Los Angeles.

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Visitando il sito ufficiale brucelee.com potrete trovare molte utili informazioni e curiosità.

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